Museo Ornitologico della Sardegna

Il territorio

Il territorio siddese, che si estende per 11,02 kmq, è circondato e protetto da una giara basaltica chiamata Pranu de Siddi, tavolato di origine vulcanica formatosi circa 2,5 milioni di anni fa. 
Su questa giara, che sovrasta le fertili vallate del Campidano di Cagliari e di Oristano e domina il territorio circostante con visioni panoramiche davvero mozzafiato, si conservano numerose tracce delle popolazioni preistoriche che fin dal Neolitico l’hanno frequentata.
Racchiusi in un'area di 190 ettari, qui sono ancora visibili ben 16 nuraghi. Più grandi e meno, di varia planimetria e in diverso stato di conservazione, sono tutti posizionati sugli orli a strapiombo del pianoro, sempre nei punti strategici (vie di passaggio, accessi ecc.) e di avvistamento.
Fra questi merita una menzione speciale il particolare e complesso nuraghe a corridoio Sa Fogaia. Databile nella sua prima fase costruttiva al Bronzo Medio iniziale, si trova all’interno del Parco Naturalistico Archeologico omonimo, che è dotato di vari servizi.
Altro monumento di spicco della giara di Siddi, il più importante, è la maestosa Tomba di Giganti Sa Domu de s'Orcu, uno fra i più straordinari esempi di architettura funeraria nuragica della Sardegna per stato di conservazione e monumentalità.
Questa costruzione megalitica, prezioso esempio di arte funeraria nuragica, appartiene alla tipologia "a filari" ed è databile al Bronzo Medio (1500-1300 a.C. circa).
Nel corso degli ultimi anni questo monumento è stato anche grande protagonista di concerti indimenticabili, svolti al tramonto e all’alba.
Fra gli altri vi hanno suonato Vinicio Capossela, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Noa, Nicola Piovani, Anna Tifu, Antonello Salis, Gavino Murgia, Angelo Branduardi, ecc.).

La giara di Siddi ha un rilevante interesse anche dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
E’ coperta in prevalenza da una folta, colorata e profumata macchia mediterranea (cisto, mirto, olivastro, lentisco, corbezzolo ecc.), rare specie endemiche (ginestra di Moris, polygonum scoparium, scilla, diverse specie di orchidee spontanee ecc.), e boschi che in prevalenza si arrampicano sui crinali dei suoi orli a strapiombo (lecci, roverelle, olivastri, filliree ecc.).

Man mano che si affronta la discesa verso il paese di Siddi, la macchia mediterranea e le specie endemiche si trasformano in campi lavorati dall’uomo. Nelle sue vicinanze il paese è infatti circondato da terreni coltivati a cereali, legumi, foraggi e orti, e dove sono stati piantati ulivi, mandorli e viti.